Il fascino della recensione inversa: quando gli attori si pentono dei loro ruoli
Un ruolo cinematografico può essere il sogno di molti, ma spesso non è sempre accompagnato da soddisfazione. Molti attori hanno confessato, in interviste successive, di non amare alcune delle loro prestazioni più note. Ciò non è dovuto solamente al fatto che il lavoro non sia stato finanziariamente ricompensato, ma piuttosto alla mancanza di soddisfazione emotiva e artistica rispetto al ruolo scelto.
Ad esempio, l’attore britannico Alec Guinness, noto per il suo ruolo nella serie televisiva «Gli eroi di Tobias», ha confessato in un’intervista che non amava il lavoro che aveva fatto nel film «Il dottor Zivago», diretto da David Lean. Guinness ha spiegato che il ruolo gli era stato imposto e che non gli aveva permesso di esprimere la sua vera identità artistica.
Il caso di Ben Affleck è ancora più interessante. L’attore ha confessato di non amare il suo ruolo nel film «Armageddon», diretto da Michael Bay. Affleck ha spiegato che il film era più interessato al mercato che alla qualità del lavoro, e che gli aveva permesso di esprimere solo uno stereotipo di persona.
Inoltre, l’attore britannico Christopher Plummer ha confessato di non amare il suo ruolo nel film «Sindrome di Stendhal», diretto da Jean-Luc Godard. Plummer ha spiegato che il film non era stato il suo modo di esprimere se stesso e che aveva lavorato solo per i soldi.
Il mondo del cinema è pieno di storie simili, in cui gli attori si pentono dei loro ruoli. L’attore Ryan Reynolds, noto per i suoi ruoli nel genere commedia, ha confessato di non amare il suo ruolo nel film «Van Wilder», diretto da Walt Becker. Reynolds ha spiegato che il film era troppo divertente e che non gli aveva permesso di esprimere la sua vera identità artistica.
Inoltre, l’attrice Michelle Pfeiffer ha confessato di non amare il suo ruolo nel film «Scandal in patriziato», diretto da Adrian Lyne. Pfeiffer ha spiegato che il film era troppo soft e che non gli aveva permesso di esprimere la sua vera identità artistica.
Questi sono solo alcuni esempi di come gli attori si pentano dei loro ruoli. Ciò non significa che non abbiano lavorato bene, ma semplicemente che non erano soddisfatti della loro prestazione e dell’opera finale.