«La Verità Nascosta di Collin Gosselin: Un ragazzo segnato dalla memoria della prigionia nella cantina»
Collin Gosselin, figlio ventenne della star di reality TV Kate Gosselin, ha parlato apertamente al Sole degli Stati Uniti di un’esperienza traumatica che l’ha segnato per sempre: la prigionia nella cantina di casa sua, condannato da sua madre. La storia è sbalorditiva: il ragazzo aveva nove anni quando sua madre decise di rinchiuderlo in una stanza sotterranea, chiusa a chiave, con una piccola finestra nel pavimento e telecamere che lo osservavano.
«Non ricordo esattamente quante volte mia madre mi mise in quella stanza, ma so che ci ero diverse volte», ha detto Collin. «Le fascette erano pesanti e mi davano fastidio. La stanza era buia e fredda, senza alcuna luce e non c’era neanche un’aria calda. Era come essere prigioniero in un bunker».
Collin descrive la stanza come «un contenitore» e dice che sua madre l’aveva costruita apposta per tenere lui e altri figli «in containment», come se fossero animali in un giardino zoologico. «Mia madre diceva che stava proteggendomi da me stesso, che ero un pericolo per la famiglia. Ma in realtà stava solo controllandomi».
La vicenda è stata confermata anche da Jon Gosselin, ex marito di Kate e padre di Collin, che ha detto di non sapere del comportamento di sua moglie finché non ha ottenuto la custodia dei figli. «Non mi ero reso conto di cosa stava accadendo», ha ammesso. «La mia ex moglie ha sempre detto di essere preoccupata per il benessere dei figli, ma non era vero».
La legge ha dato ragione a Jon, assegnandogli la custodia di Collin nel 2018. Ma la ferita rimane aperta, e il ragazzo lotta ogni giorno per riprendersi dalla sofferenza e dal senso di isolamento provocato dalla prigionia. «Sono grato di essere libero finalmente», ha detto. «Ma non so come superare il mio passato. Sono solo un ragazzo che lotta per ricordare e per non dimenticare».
La storia di Collin Gosselin è un segnale di allarme per i genitori che credono di poter controllare i loro figli in nome della protezione. La verità è che la prigionia non è mai una soluzione, e che i figli hanno il diritto di essere trattati con dignità e rispetto, non come oggetti da possedere o controllare.